Ti saluto, non è una tragedia

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Ah, nostalgia canaglia.

In famiglia siamo divisi in due fazioni. C’è il club della lacrimuccia facile, di cui io e Lucia siamo l’allegra brigata. Basta un filmetto, una pubblicità triste e ci scappa il piangiottino.

E poi c’è la fazione di mia moglie e Caterina, quelle dure e pure che stanno a guardare. E preservano l’equilibrio.

A me non è più concesso piangere in pubblico, per esempio. Le irrito. Ancora ancora a casa in un angolino, ma in pubblico proprio no. Insomma sono un sorvegliato speciale, un sotto-club in pratica, mentre alla Luci è ancora tutto permesso, ma solo perché ha sei anni.

Insomma prendo due giorni di ferie per salire in montagna con le bimbe, Francesca rimane perché c’ho-da-lavorare e quindi tanti saluti, impacchetto i bagagli e taac, siamo al momento della partenza. Facciamo salire le figlie in auto.

Solo che la Luci la butta in tragedia perché la mamma non viene.

«Mam-maaaaa!» Lacrime in quantità imbarazzante. «Come farò senza di teee.»

Che se non la conosci ti commuovi, eh. Noi ormai siamo abituati e quindi certo, fa un po’ meno presa.

Dai Luci, le dice Francesca.

«Non posso lasciarti so-olaa!»

Dal finestrino vedo la Cate che sbuffa e alza gli occhi al cielo (che poi sarebbe l’abitacolo della Panda). Le faccio segno, non dire niente per favore, ci manchi solo tu.

«Su Luci» continua mia moglie, «non è mica la prima volta che salite in tre.»

«Ma tu non ci seiii!»

Francesca la abbraccia. «Tanto ci vediamo dopodomani.»

E lì Lucia fa il passo falso. «E se muori?!»

Mi parte la risata.

Francesca si irrigidisce. «Ma no che non muoio.» E intanto con la mano fuori dalla portiera fa gli scongiuri.

«Noooo!»

«Dai tesoro mio, ciao.» Francesca chiude la portiera e mi guarda. «M’ha davvero detto “e se muori”?»

«Perché le manchi già.»

«Ma tu guarda ‘sta gufa

«È dotata di rara sensibilità.»

«Portami via ‘sta menagrama.»

Qualcosa mi dice che Lucia sta per entrare nel club dei sorvegliati speciali. Meno male, così non sto più solo.


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