Figo come il Dalai Lama

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E poi ci sono quei momenti in cui ti senti superiore e figo come il Dalai Lama. Quei momenti belli, quando la ruota gira giusta e le bambine ti possono dire di ogni, che tu comunque sei in stato di grazia. Niente di scalfisce, anzi ci ridi pure sopra. Mica capitano tutti i giorni, che ve lo dico a fare, anzi di solito è un “tenetemi, che sennò qui faccio una Cambogia”.

Siamo in auto ad aspettare Francesca, che sempre si fa aspettare, e Caterina dice una bestialità.

Arriva Francesca e io faccio la vocetta tipo spione demmerda. «Fran-ce-scaa…» (immaginatevelo con l’intonazione che va su-giù-su). «Senti un po’ che bella battuta ha detto Caterina.»

«Sentiamo.»

Caterina ripete a denti stretti. «Che mio cugino Pietro è fortunato perché ha un sacco di regali e io invece mai niente

Come vi dicevo, momento di grazia per me e la mia consorte. E allora iniziamo a forzare la risata in modo sguaiato, tipo “oh-ah-ah”, quasi un latrato. Babbo Natale che ha ingoiato un carlino. 

«Ma tu Cate fai delle battute di-ver-ten-tissime!»

Che bello sentirsi superiori una volta tanto, e lei infatti si zittisce. Abbiamo domato la bestia.

Entra in scena la Luci con la sua vocettina, il solito imprevisto dietro l’angolo. «Voi adesso ci comprate dei regali sennò vi sputiamo

E cala il silenzio. Che a me verrebbe anche da ridere, ma sbircio mia moglie e c’ha la faccia che freme. Freme proprio, mica scherzo.

E mi domando se della frase “vi sputiamo” non le sia piaciuto il tono di minaccia, il gesto sudicione, o l’incorrettezza grammaticale.

Ma attenzione, Francesca regge con molto aplomb. «Lucia, spero che anche questa sia una battuta.»

Oh-ah-ah! Butto lì io, da bravo pagliaccio.

E da questo stallo alla messicana anche Caterina attacca, oh-ah-ah.

Madonna, per un pelo.


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