Arriva quella volta in cui non puoi nemmeno dirgliele su. Ma la cosa più preoccupante è che non ho capito il perché.
Sono lì seduto sul pavimento del salotto a leggere il mio libro, perché ormai ho imparato che se sto sul divano poi mi alzo e ho la schiena piegata così.
Comunque arriva la Luci, si butta sul divano con fare aggressivo e poi dice, be’ insomma dice una bestialità. Che qua sopra non si può dire sennò ti censurano, quindi useremo un verbo farlocco e voi farete finta che abbia detto un verbaccio. Che ne so, attingendo al fatto che quando ci si arrabbia poi si incassa un po’ la testa fra le spalle, facciamo che ha detto il verbo incassare.
Quindi lei prende il controller della XBox. «Ecco, e vedi di non farmi incassare come l’altra volta.»
E io ovviamente genitore super attento al bon ton mi volto e dico: «Scuuusa?»
E lei nemmeno risponde.
«Allora?!» le faccio.
«Cosa.»
«Eh, cosa. Hai detto “vedi di non farmi incassare come l’altra volta.”»
«Non dicevo a te.»
«Luci, non hai capito. Non si dice.»
«HO DETTO CHE NON PARLAVO CON TE! Parlavo con la tele.»
«Ma non si dice, per la miseria.»
«Ma scusa.» Mi guarda come se fossi scemo. «Gliel’ho detto perché l’altra volta non si accendeva.»
Io la guardo con due occhi così.
Lei mi guarda con due occhi così.
Una guerra di sguardi. E niente, torno a leggere perché evidentemente non mi so spiegare. E soprattutto, sennò le sento su anch’io.
Considerazioni:
a) mia figlia non ha capito dove stava il problema
b) mia figlia l’ha capito benissimo, ma forte della sua ragione non prende nemmeno in considerazione la mia rimostranza
c) ora che ci penso la rabbia immotivata verso la tecnologia e il voler aver ragione a tutti i costi fa di lei un’ANZIANA SCORBUTICA. Non vorrei mai averla come nonna.