Perché Sanremo è Sanremo.
Siamo ormai al gran finale della 75° edizione ed è il terzo anno per la famiglia Lauro.
Ormai il piano d’azione super collaudato è questo:
1) Lucia si piazza con un mega quaderno e tiene un diario super aggiornato. Tipo che scrive nome del cantante, VIRGOLA nome del brano, poi disegna ogni volta cinque stelle e in base a quanto ha apprezzato colora il numero di stelle. Segna pure gli ospiti. Segna tutto.
2) Caterina si stravacca sul divano e lì rimane finché va a dormire il primo tra me o Carlo Conti. E di solito quello sono io, nemmeno a dirlo.
3) Francesca si fa bellamente gli affari propri e interviene solo ed esclusivamente quando ci sente particolarmente accorati. Tipo noi a dire “sììì ci sono i Coma_Cose”! e lei accorre: «oh sì, questi mi piacciono tanto tanto»
Comunque.
Alle dieci e mezza, praticamente a un quarto del festival, Lucia crolla. E ci lascia le sue volontà. «Io vado a dormire, adesso scrivete voi i nomi sul mio quaderno e mettere le stelle». Un compito gravoso del quale io e Caterina non sentivamo assolutamente la necessità e che al confronto i sistemoni del SuperEnalotto sono la pagella delle elementari.
Considerazioni:
a) cara mamma Francesca, così però è troppo facile. Tu ti vedi le parti migliori senza sudarti 1) le pubblicità 2) le battute che non fanno ridere 3) i milleduecentosessanta interventi
b) caro festival di Sanremo, l’anno scorso non mi hai ascoltato ma ci riprovo. Puoi per favore iniziare alle sette e finire per un’ora decente? Dai che ti seguiamo lo stesso, su.
c) saluto le cuoche della mensa aziendale, con le quali via Whatsapp mi tengo aggiornato sul toto festival e non sempre si va d’accordo. Quando ho detto che andavo a letto piuttosto di sentire Ranieri hanno proposto di bannarmi dal gruppo.