Mia figlia è un’agente speciale

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Mia madre ha commesso un errore micidiale: l’altro giorno è rientrata in casa sua con Lucia. E le ha spiegato en-passant come disattivare l’allarme.

Che poi, cosa vuoi che sia. Glielo dici una volta sola, è un codice di 18 caratteri esadecimali, figurati se lo ricorda. Cioè, mica è 0000 come sulle autoradio, i miei si sono impegnati per proteggere la fortezza.

Vuoi che una bambina di 6 anni se lo ricordi? Dovrebbe avere un addestramento da servizi segreti, che ne so, Tom Cruise in Mission Impossible, Brad Pitt in Spy Game, giusto? Giusto!?

E niente, immaginate com’è andata. Ora mia figlia sa entrare in casa dei miei. E adesso mia madre c’ha paura a cambiarlo, ‘sto codice, perché poi va a finire che lei lo dimentica davvero e fuori di casa ci resta lei, mio padre, la famiglia tutta.

Casa sua è diventata improvvisamente vulnerabile alla chiacchierosità di Lucia.

Tastiamo il terreno. «Ma Luci, vero che il codice non lo dici in giro?»

«Nooooo!»

Speriamo bene.

E aggiunge: «Ai ladri non ce lo doooo!»

Uhm. Ho come un sospetto.

Stamattina stava dando il codice a sua sorella Caterina.

Poi vede Francesca. «Mamma, tu vuoi rubare a casa dei nonni?»

«No, perché?»

«Allora te lo dico.»

E via cosí.

Ora le possibilità sono queste:

a) resettiamo Lucia: le do da imparare dei codici a caso e incrociamo le dita. Hai visto mai.

b) vi fate dare tutti il codice (astenersi ladri) così mia madre è costretta a cambiarlo. Se resterà chiusa fuori, sarà stato il karma.


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