Storia breve, dramma sincero. La storia del cucchiaino

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E di quella volta che ho lasciato in giro il cucchiaino? Che poi è successo la settimana scorsa.

Storia breve, dramma sincero. Ho mangiato un cucchiaino di miele. Va bene, due, dai. E poi non l’ho messo via perché la lavastoviglie era piena. Sparatemi. L’ho appoggiato sul bordo del lavabo, tanto qui non se ne accorge nessuno, Caterina lascia tutto in giro che sembra Beirut, la Luci vive un concetto di ordine tutto suo. Lo metto a posto domani, chi vuoi che ne se accorga.

La Franci se n’è accorta.

Perché il cucchiaio ancora appiccicava e ha lasciato l’impronta. E me le dice su.

E dietro di lei c’è la Cate che non le sembra vero. E prende a bulleggiarmi. «Dai, Andrea.» Perché la Cate quando vuole pungolare me e fare il verso a sua mamma usa il nome, e lo ripete.. «Dai Andrea. Sei peggio di me.»

«Peggio di te?» le chiedo. «Mi sembra eccessivo, Caterina.»

«Esatto. E sei anche peggio di Ciccia Baffi.»

Al che a sentire parlare della gatta non ci vedo più. «Peggio di Ciccia Baffi la vedo difficile. Quella tira in giro la terra della sua lettiera.»

E Francesca si gira e affonda. «Appunto. Fatti due domande.»

Ma ragazze questo cos’è, un fuoco incrociato?

Considerazioni:

a) non riesco a capire se questa cosa se la siano preparata. Tipo che mi hanno messo all’angolo in una mossa combinata

b) col fatto che questa rubrica si chiama #orsoscrive, da bravo orso ci sta che lascio in giro tracce di miele

c) comunque proprio vero che chi è solito peccare, non vede l’ora di tirare giù con sé il virtuoso. Dei poveri di spirito, proprio


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