Nipoti che studiano poco.
A ‘sto giro il post sarà velocissimo per tre motivi:
1) ‘sta settimana sono indaffaratissimo (è arrivato Stakanov, è arrivato)
2) questa storia me l’ha raccontata mia sorella e quindi non posso infiorettare con informazioni di contorno;
3) voglio vedere se a fare il post più corto l’algoritmo spinge di brutto.
Ora che sono finite le vacanze di Pasqua, il ponte e il contro-ponte, mia sorella si trova a urlare perché il mio nipotino Peppo non ha finito i compiti delle vacanze. Anzi, a sentire lei ne ha fatti talmente pochi che rispetto a quando li hanno dati sono pure aumentati. Tipo che si sono riprodotti.
Ma mia sorella di figli ne ha due, c’ha pure Tommaso che ora ha 14 anni, una moto sporca di fango e una vita da ribelle tutta da costruire. E niente, mia sorella finisce di insaccare di parole il Peppo, che ormai è tutto bello contrito, e poi si gira verso Tommaso.
«E tu. Sai che in quindici giorni non ti ho mai visto aprire un libro?»
Tommaso rimane spaparanzato sul divano, la faccia da tola e ‘sto sorriso irresistibile. «Sssì. Io in queste vacanze me la sono proprio stra-chillata.»
Ha fatto pure il segno con pollice e mignolo (quello che noi vecchi usiamo per dire “telefono”), insomma il gesto di uno che è proprio super-chill.
Considerazioni:
a) alla fine Tommaso è il mio eroe personale, anche se poi prende 3 in matematica perché non studia
b) se non spiegavo perché volevo fare il post più corto il posto sarebbe venuto ancora più cortoc) il giorno in cui una delle mie figlie risponderà così a Francesca, spero di essere da tutt’altra parte. Stra-chillato, pure