Quando si fa tardi, forse sopravvalutiamo le nostre facoltà intellettive. Cioè, non so le vostre, ma le mie di sicuro.
L’altra sera avevo questo lavoro importantissimo da fare, talmente importante che non lo ricordo più, e niente c’è Lucia che vuole essere accompagnata a letto.
«Va bene Lucia, però solo dieci minuti che poi devo lavorare di brutto.»
«Papà, ti faccio degli indovinelli.»
«Ma se mi fai gli indovinelli poi non ti addormenti, quindi per favore appoggia la testa come faccio io, chiudi gli occhi e silenzio.»
La mia argomentazione è talmente sensata che la Luci subito risponde. «Ok, primo indovinello. Allora: Isabella ha panini per una settimana. Il quarto giorno ha quattro panini. Prende i panini e li taglia a metà…»
Poi l’indovinello si fa nebuloso, ricordo d’aver pensato che era davvero intricato.
A un certo punto mi fa una domanda, rispondo a caso “cinque!” e ovviamente sbaglio.
«Allora ti faccio il secondo indovinello»
«Per favore no.»
«Allora: Laura ha una casa con sette stanze.»
E niente, di quella casa non ricordo niente. Solo che a un certo punto lei urla: «PAPÀ!»
Io salto su. «EEH!? C-COSA?!»
Tipo un ubriaco colto a fare pipì sul sagrato della chiesa.
«Ti sei addormentato di nuovo? Devi rispondere all’indovinello»
«Cinque!»
«Cinque-cosa? Non era questo l’indovinello. Adesso te lo rispiego daccapo.»
E niente, poi di nuovo il buio. Ipotizzo che alla fine mi abbia lasciato lì, stramazzato.
Considerazioni:
a) la prossima volta che soffro d’insonnia, quasi quasi sveglio la Luci
b) il giorno dopo ho scoperto che il primo indovinello era: tagli quattro panini a metà, quanti panini restano? Lo sciocco risponde otto: sbagliato, perché fa sempre quattro. Era pure semplice.
c) forse visti i risultati è meglio che l’altra sera io non l’abbia fatto, quel lavoro importantissimo. Chissà come sarebbe venuto.
