Negoziare sapendo di perdere

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Oggi parliamo di contrattazione al supermercato! Non alla cassa, ovviamente. Con le mie figlie.

Ho portato la Luci e la Cate al supermercato perché era quasi ora di cena e si voleva la richiestissima pizza surgelata, perché a quanto pare quella da asporto ci fa schifo.

E allora via di raccomandazioni. «Ragazze, son già le sette, prendiamo le pizze e poi a casa.»

Okay, dicono loro, e mi compiaccio che una volta tanto mi ascoltano.

Ecco, non facciamo in tempo ad arrivare al primo bancone.

«Papà, posso la ciambella?»

Quella di Homer Simpson per capirci, tutta rosa con su le righine bianche.

«Eddai Luci, non così però.»

«Ti preeego.»

E siccome sono un debole dico va bene, butta dentro. «Ma è l’unica che prendiamo.»

«Sì, è l’unica cosa da mangiare che prendiamo.»

La frase ha un che di strano ma sorvolo.

Davanti al banco frigo: «Lo yogurt di Supermario!»

«Guarda Luci che è il solito yogurt. Solo che ci han disegnato Supermario. Butti la confezione, butti Supermario.»

«Sì, ma è Supermario.»

«Allora, abbiamo detto una cosa sola. Togli la ciambella, prendiamo Supermario.»

«Ok» fa lei. «Però uno anche per la Cate.»

«Va bene.»

Viva la contrattazione.

E poi anche la Cate trova l’ovetto di cioccolato, grande classico direttamente dagli anni ‘90.

«Eh no, Cate, questo no.»

«Dai Cate!» fa la Luci, «c’ha ragione il papà.»

E io rimango basito, brava Luci che ha compreso. Sulla pelle della sorella, ma va bene lo stesso.

E niente, l’ovetto anni ‘90 salta fuori in cassa, quando è già troppo tardi.

E non ce l’ha messo la Cate. Ce l’ha messo la Luci mentre fingeva di fare la moralista.

Non ha imparato nulla.

Considerazioni:

a) la Luci da grande potrebbe fare il negoziatore di ostaggi. O la truffatrice;

b) per prendere quattro pizze ho speso trenta euro. Conveniva andare al ristorante;

c) sto sereno perché quando sarà il momento di contrattare con le figlie l’ora del rientro sarò sicuramente preparatissimo e di fatto INVINCIBILE.


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