La Luci è stata invitata a un pigiama party con le sue migliori amiche. Quelle che lei chiama BFF, ma anche besties, ma anche baddies, qui abbiamo termini a profusione.
Insomma, pigiama-party con la promessa che per la Luci sarà una super serata.
Solo che sta frequentando il camp estivo, per la miseria. E visto che i pigiama party di regola cominciano di sera e finiscono il mattino dopo all’orario “dai che andiamo-no ancora un minuto”, per me qui è no, signore mie. Bello, ma no. Punto i piedi come solo una persona estremamente determinata sa fare.
Che tra l’altro a vederla tutta il camp estivo non è che ce lo regalano, eh, son soldi. E nemmeno farò il discorso odiosissimo del “ti sei presa l’impegno, e adesso lo porti a termine”. Sarò risoluto.
«Luci, ho capito che c’è il pigiama party, però tu devi andare al camp estivo.»
«Eh, vabbè.»
«No, non evvabbè. Ci saranno altri pigiama party. Più avanti.»
«No, papà. Questo.»
«Luci senti, non volevo arrivare a questo ma ti sei presa l’impegno. E adesso lo porti a termine.»
«Eh, vabbè.»
«Ascolta, Luci-cara. Il camp ci costa 100€ a settimana. Lo sai quanto paghiamo io e la mamma ogni giorno che non vai? Sono 20-euro-venti di sacrifizii che…»
«Insomma, papà. Adesso mi sembra che stai esagerando.»
E chiude la discussione con una manata sul tavolo. Cioè, si è pure indignata.
Considerazioni:
a) sono diventato mio nonno che dice i giovani non hanno più il valore dei soldi
b) sono diventato pure mia nonna che dice i giovani non hanno più lo spirito di sacrificio
c) alla fine il pigiama party è saltato. Stavo zitto, e alla fine mi sarei sentito pure meglio