Accorciamo le distanze con un linguaggio comune. Attenzione perché anche qui sfioriamo il mondo nerd.
Ero in auto con le figlie, e siccome ormai la Luci è incaricata a mettere su la musica ecco che parte la canzone di Clara, “Febbre”, proposta dell’ultimo Sanremo.
Per capirci, quella che fa Non dire, “Je t’aime” / Dimmelo se / Ciò che provi è solo febbre / Che sale e scende eccetera.
E a un certo punto della canzone Clara canta “il cielo fa come un glitch”. Glitch, che è una parola tecnica e un po’ nerd che i miei genitori di sicuro non conoscono, ma secondo me nemmeno molti miei coetanei. Sapete chi sa cos’è un glitch? I giovani di oggi, complice anche il fatto che l’hanno messo in Ralph Spaccatutto.
Glitch, che in ambito videogiochistico è un’imperfezione, uno sbrilluccichio veloce veloce, un errore di programmazione che però non ti fa fermare la partita, anzi a volte ti aiuta ad avanzare. Diversamente dal bug, che invece ti blocca tutto e ti fa tirare una manata sulla Nintendo che ti è arrivata per Santa Lucia.
La cosa divertente della canzone di Clara è che mentre dice “glitch” c’è pure l’effetto sonoro del glitch, piccolino ma c’è. E allora ho pensato be’, quale occasione migliore per farlo notare e non sembrare anziano ai loro occhi. Dai Andrea, accorciamo le distanze.
«Piccola curiosità, ragazze: avete notato che mentre Clara dice glitch, la canzone glitcha?»
Pronta la risposta della Cate: «Esssecondo te, papà, quante volte me l’hai già detto?»
«Perché, non è la prima?»
«Lo dici ogni-singola-volta che la sentiamo.»
Considerazioni:
a) già nel dire “piccola curiosità, ragazze” avevo capito di essere partito malissimo
b) Caterina mente sapendo di mentire, avete presente quando gli adolescenti dicono “lo so” anche se non lo sanno, per sentirsi sul pezzo? Ecco.
c) forse invece è davvero così, sono diventato un anziano petulante che ripete sempre le stesse cose e non sa di farlo. Sono un evidente bug nel nostro sistema di comunicazione
