Quando tua figlia ha una fame da lupo

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La Luci si è ammalata. Non preoccupatevi, adesso sta bene e si è ripresa completamente. Soprattutto, ha ricominciato a mangiare.

Sì perché il malanno a questo giro si è espresso in inappetenza.

Due-giorni-due senza toccare cibo. Con lei che ti dice, «MA IO HO FAME».

Eh che ci vuoi fare Luci. Lo vedi anche tu, ogni cosa che prova ad andare giù, poi torna su, come sulle montagne russe ma con meno divertimento.

Poi arriva il giorno numero tre, con la Luci che piomba in cucina trasformata. «Ehi! Oggi sto BENE!» e io che penso porca la miseria, potessi riprendermi anch’io così.

Ovviamente a pranzo giù di riso in bianco. Il primo riso in bianco dopo tre giorni. Mangiato con l’avidità di un gatto di strada.

E poi arriva il momento della cena. Cosa mangiamo?

La Luci: «Voglio il riso in bianco.»

«Ancora?»

«Sì, vi prego. Era buonissimo. Il migliore che abbia mai mangiato in tutta la mia vita.»

Il giorno dopo, a pranzo. «Cosa mangiamo?»

La Luci: «Possiamo avere il riso in bianco?»

«Ancora?!»

«Vi prego.»

Mi sembra evidente: abbiamo sviluppato un trauma.

Considerazioni:

a) be’, se non altro il riso bianco è un piatto di poche pretese e costa poco. Pensa se avesse cominciato con un avocado toast. O un club sandwich

b) comunque questo improvviso spegnimento della Luci e il terzo giorno la sua improvvisa rinascita ha un che di evangelico, fateci caso

c) a ben pensarci anch’io ho una passione per il riso in bianco, quando sono in mensa ne mangio a cucchiaiate. Sarà che mi sono ammalato troppo in vita mia


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