Perché facciamo fatica a salutare?

L'ORSO SCRIVE  > rubrica del cuore >  Perché facciamo fatica a salutare?
0 Comments

Torna il caldo, e i Lauro tornano a frequentare assiduamente la piscina.

A proposito di piscina, è già passato un anno da quando il mio racconto giallo “Maledetti Bambini”, ambientato  in una piscina comunale, è uscito in edicola sul Giallo Mondadori.

Che se mai voleste leggerlo, fatemi sapere, trovo il modo di passarvelo perché è veramente spassoso.

Insomma con le figlie sto uscendo dalla piscina. E vediamo non uno, non due, ma ben tre compagni di classe della Cate. E io faccio esattamente quello che faceva mia mamma con me.

«Cate, i tuoi compagni. Ma li hai salutati?»

«No.»

«E non li saluti?»

«Se capita.»

«Dai, vai a salutarli.»

E nella mia testa parte qualcosa. No mamma, non ci vado a salutarli, anzi sai che c’è? Ora me ne vado da questa farmacia/mercato/forneria di paese degli anni ‘90 e torno a casa a piedi.

Rivivo per un attimo i traumi insoluti dell’infanzia e capisco che anch’io mi sono messo a far girare questa ruota infernale dell’imbarazzo.

«Cate sai che c’è, hai ragione, non andarli a salutare. Che si salutino da soli. Maledetti snob.»

«No, vedi papà. È che se li saluto, li saluto col ciao-depresso.»

«Il ciao-depresso?» faccio io. Ohibò, questa è nuova.

«Sì, perché tu papà quando saluti, che poi saluti sempre tutti, dici CIAO! Tutto felice. E invece no. Bisogna alzare la mano poco poco. E poi fai così. “ciao…”»

E le esce un ciao che è proprio qualcosa di piccolo piccolo, appena udibile, quasi malinconico.

«Ah» le faccio. «Si saluta così, adesso.»

«No papà. Noi salutiamo così.»

Considerazioni

a) meno male che mia figlia mi tiene aggiornato sulle ultime tendenze, in questo modo rimango sempre sulla cresta dell’onda;

b) quindi se mi vedete in giro e vi faccio il ciao-depresso, non venite a chiedermi cosa ho. Anzi dai, venite a chiedermelo, così almeno si chiacchiera un po’;

c) comunque mia mamma lo fa ancora adesso. “Hai visto la figlia del cognato di quello che ci vendeva le verdura nell’87? Non vai a salutarlo?” No mamma, ho quarant’anni e posso considerarmi socialmente autonomo


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *