I venti passi dell’orsetta

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Sono le sette di sabato mattina: ho ancora tempo e sono ispirato. Le dita volano sui tasti, sto finendo il capitolo.

Clic. Qualcuno di là ha acceso la luce, è lei. Veloce Andrea, ce la puoi fare, non distrarti. L’orsetta ha ancora una ventina di passi prima di arrivare a te. Sii lucido, sei ancora in pieno flusso di coscienza. Di là i passetti strusciano. Scrivi ancora una riga, una sola.
La maniglia del salotto scatta. «Papà-aaa?» Ancora nessun contatto visivo, finisci la frase.

L’orsetta entra in cucina, si stropiccia gli occhi: «Papà!»
Eeeee-punto. STOP. «Buongiorno tesoro.»
«Posso latte e Jake?».»
Come se niente fosse mi riporta alla routine. «Sissignora.».»
Mi alzo, il cursore lampeggia sul capitolo incompiuto. Vado al frigo, stamattina è andata così.

Potrei tentare un ultimo sprint. Potrei sfruttare i due minuti che intercorrono tra la sigla di “Jake e i Pirati” e il «Papà! Latte finito!»

Dai che ce la faccio.


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