Mi hanno disegnato una cippetta sulla Panda. Su che ci siam capiti, un pene. Con corredo al seguito.
Vabbè che la mia Panda è sempre conciata e polverosa, però dai, almeno una volta ci scrivevano LAVAMI, che se volete aveva un significato sociale. Un atto solidale che contemplava sia dare dignità di parola alla macchina vituperata sia far prendere coscienza al guidatore pigro.
E invece la cippetta sa proprio di gratuito. Fa ridere, perché rido un sacco pure quando l’auto è la mia, però gratuito e senz’appello. Dietro, tra l’altro, me l’han fatta sul lunotto posteriore. Così me ne accorgo quando sto già guidando e col tergicristallo mica ci arrivo.
Vabbè, se la vedono le mie figlie magari si fanno delle domande, quindi la miglior difesa è l’attacco e allora le prendo in contropiede.
«Ma guardate un po’, ragazze. Qualcuno sul lunotto posteriore ha disegnato un arcobaleno altissimo, e in parte c’ha fatto pure due palloncini. O due colline, chennesò. Comunque sia, che burloni.»
«Papà. Guarda che è un pisello.»
Considerazioni:
a) va be’, dai, ‘sta cosa dell’arcobaleno era scema e indifendibile, non so come mi è uscita
b) in effetti la cippetta pubblica è più un atto di ribellione a questi tempi geopolitici austeri. W le cippette, abbasso l’odio! ed è già slogan elettorale
c) dai però Andrea, lavala ‘sta auto